La notizia viene da uno studio pubblicato sulle pagine di JAMA Oncology (doi: 10.1001/jamaoncol.2015.6396), basato sui dati di due grandi studi di coorte attivi per molti anni oltreoceano. Ciò ha permesso ai ricercatori di valutare l’uso di acido acetilsalicilico tra 88.000 donne (Nurses’ Health Study, 1980-2010) e 48.000 uomini (Health Professionals Follow-up Study, 1986-2012) nell’arco di 32 anni. E’ così emerso che l’assunzione regolare di aspirina (almeno due volte la settimana) si accompagna a una riduzone del rischio di cancro complessivo e, in particolare, di tumori del tratto gastrointestinale e del colon retto. «La riduzione del rischio è modesta, ma significativa, soprattutto per i tumori del tratto gastrointestinale. Ma perché questi effetto si riveli, occorre assumere aspirina regolarmente per almeno sei anni» sottolineano gli autori. I quali stimano che negli individui oltre i 50 anni d’età l’assunzione continuativa di acido acetilsalicilico potrebbe prevenire 33 tumori colorettali ogni 100.000 persone-anno tra soggetti mai sottopostisi a un’endoscopia e 18 tra coloro che invece hanno eseguito l’esame. L’aspirina potrenbbe così rivelarsi un valido complemento, a basso costo, degli screnning, laddove questi stentino a raggiungere la popolazione. Lo studio non ha tuttavia analizzato i potenziali effetti collaterali connessi a un’assunzione prolungata di acido acetilsalicilico.